Lima 14 dicembre 2014: sono 190 le nazioni di tutto il mondo che dopo due settimane di colloqui e di confronti strettissimi, hanno sottoscritto congiuntamente lo storico accordo per salvare il pianeta dal surriscaldamento globale. Nonostante un’iniziale impasse che sembrava poter compromettere il clima di collaborazione con cui si era aperto il grande forum di Lima, le più ottimistiche previsioni sono state rispettate e su alcuni punti persino migliorate. Dopo le incoraggianti dichiarazioni e gli storici trattati firmati nelle scorse settimane a Berlino e di Pechino, gli stati sono giunti alla stesura del definitivo atto condiviso da tutti che prevede la creazione di piani nazionali specifici e di politiche di diminuzione delle emissioni in ogni paese in maniera proporzionale alla sua capacità.
Per la prima volta i maggiori responsabili dell’inquinamento globale, la Cina e l’India hanno accettato di prendere parte alle trattative in maniera costruttiva mostrando una differente propensione a collaborare e a mettere in discussione il loro modello di crescita. Non saranno pertanto solo più i paesi ricchi a doversi caricare delle decisioni più onerose e delle scelte più impopolari, come fu deciso nell’accordo di Kyoto del 1997. “Abbiamo avuto ciò che chiedevamo” ha dichiarato Prakash Javedekar, il ministro indiano dell’ambiente che chiedeva di mantenere il principio che i paesi più ricchi devono avere un ruolo più rilevante nella lotta globale al surriscaldamento. Gli stati più economicamente progrediti, guidati dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, si dicono soddisfatti per aver finalmente coinvolto anche le nazioni emergenti, in rapida crescita economica, ad avviare una politica per contrastare le emissioni in maniera concreta e significativa. Molti lo hanno già definito una rivoluzionaria forma di accordo di collaborazione tra ricchi e poveri. “Lima segna una vera rottura con il passato” ha affermato Christiana Figueres, a capo del settore clima delle Nazioni Unite.
Un altro passo molto importante che pone basi sempre più solide per il grande summit internazionale di Parigi del prossimo anno. Tutti gli stati dovranno arrivare al meeting con i piani nazionali approvati e sottoscritti. L’obiettivo ambizioso che le Nazioni Unite mirano a raggiungere e la diminuzione della temperatura media globale di 2 gradi centigradi, la stessa che si registrava prima del periodo pre-industriale, azzerando le emissioni di fluorocarburi entro l’anno 2100.
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Fonte: United Nations – World Resources Institute