Scrivere sui muri le proprie opinioni non sempre è un bell’esercizio di democrazia o di espressione artistica.
Dopo molti anni in cui la moda del writing ha invaso pareti, finestrini, carrozze dei treni e persino panchine e pensiline, si sta facendo strada una nuova sensibilità nei confronti di questo tipo di autogestione incontrollata delle superfici comuni.
Sono stati i cittadini per primi ad organizzarsi in attività di pulizia dei muri imbrattati, con gruppi di volontari armati di spazzole e pennelli, sorti da qualche tempo un po’ in tutte le città. Una reazione pacifica e attiva che ha coinvolto gente di ogni età e che ha dato il via alla nascita di un vero e proprio movimento e di gruppi stabili sul territorio.
Secondo la teoria della “finestra rotta” del sociologo americano G. Kelling, un gesto di teppismo non contrastato porta all’emulazione e al degrado. L’Associazione Italiana Antigraffiti raccoglie decine di gruppi attivi nel nostro paese con iniziative di ripristino, di gestione delle aree vandalizzate e di sensibilizzazione.
Negli anni anche le municipalità si sono attivate, spesso in collaborazione con le associazioni, per gestire il fenomeno del vandalismo graffitico e sono nate iniziative come i cleaning day, i pool antigraffiti, gli Angeli del Bello, i No-Tag e l’affidamento delle superfici ad artisti selezionati. Il principio in questo caso è “alleati con il tuo rivale”. Consapevoli del bisogno giovanile di libertà di esprimersi e di apparire, il nuovo trend del “writing ufficializzato” mette d’accordo quasi tutti.
La tecnologia poi sta facendo la sua parte, sono infatti nati trattamenti per i muri che permettono di proteggerli dalle scritte e pellicole che applicate a vetri e rivestimenti, danno la possibilità di rimuovere ogni imbrattatura con un solo gesto.
Fonte: Associazione Italiana Antigraffiti; No Graffiti; No Tag Bologna; Angeli del Bello