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COME STA IL MONDO? gli obiettivi del millennio – dossier

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Il 2015 rappresenta l’anno del verdetto per la Comunità Internazionale. Il 31 dicembre è il termine per tirare le somme degli sforzi effettuati negli ultimi quindici anni da tutti i Paesi del mondo nel perseguire gli otto obiettivi di sviluppo programmati nel settembre del 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: 1) dimezzare la povertà e la fame; 2) rendere universale l’istruzione primaria; 3) promuovere le pari opportunità e l’empowerment femminile; 4) ridurre la mortalità infantile; 5) migliorare la salute materna; 6) combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie; 7) assicurare la sostenibilità ambientale e 8) sviluppare una partnership globale per lo sviluppo.

Nonostante lo scetticismo che ha avvolto per anni questo ambizioso progetto, a distanza di quindici anni, i dati disponibili rivelano in via generale risultati di successo. In altre parole, benché i passi da compiere siano ancora molti, la maggior parte degli stati ha imboccato la via verso la realizzazione di un mondo più equo e sostenibile.

Particolarmente positivi sono i dati inerenti il primo Obiettivo del Millennio di dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame.

Come dimostra infatti il recente rapporto “Lo stato dell’insicurezza alimentare nel mondo” (Sofi), elaborato da Fao, Ifad e Pam, l’obiettivo è stato quasi raggiunto.

La fame nel mondo: alcuni dati

Nel mondo, ci sono ancora moltissime persone denutrite, vale a dire che non hanno la quantità di cibo necessaria per condurre una vita sana e attiva.  Si stima infatti che le persone che non possono permettersi una dieta adeguata siano circa 795 milioni, di cui il 98% vive nei Paesi in via di sviluppo.

Nell’ultimo decennio, grazie all’impegno della comunità internazionale, sono stati compiuti grandi passi in avanti in tal senso. Il numero delle persone che soffrono la fame è in continuo declino e oggi se ne contano 216 milioni in meno rispetto al biennio 1990-92.

Secondo i dati del rapporto Sofi, nei paesi in via di sviluppo la percentuale di persone denutrite è passata dal 18,6% del 1990 – 92 al 10,9% ed il tasso previsto per la fine del 2015 è di 9,6%.

Nonostante la presenza di alcuni fattori avversi come la crisi economica globale, le calamità naturali, i conflitti e la crescita demografica, sui 129 paesi in via di sviluppo monitorati dalla Fao, 72 sono riusciti a dimezzare la percentuale di persone denutrite e 9 Paesi ci sono andati molto vicini.

Benché i progressi siano stati registrati in entrambi gli indicatori inerenti la fame nel mondo – la percentuale di persone denutrite e la percentuali di bambini denutriti al di sotto dei cinque anni -, la riduzione della denutrizione degli adulti è stata più veloce. La lotta alla malnutrizione infantile, infatti, è un processo più complesso, che richiede più tempo e un maggiore investimento nel miglioramento della qualità del cibo, nell’accesso all’acqua potabile e nell’ottimizzazione delle condizioni igienico-sanitarie. Ma gli sforzi compiuti dagli stati in questa direzione lasciano spazio all’ottimismo.

Ridurre la fame nel mondo: i fattori chiave

Secondo il rapporto Sofi, il successo raggiunto nell’ambito della sicurezza alimentare è da attribuire soprattutto al supporto alle comunità rurali e dunque agli investimenti in agricoltura, alla promozione di un sistema economico inclusivo e al potenziamento degli interventi di protezione sociale nei confronti delle famiglie più vulnerabili.

Anche la stabilità politica è un fattore chiave nella lotta alla fame nel mondo. Le uniche aree in cui il livello di denutrizione è aumentato sono infatti quelle colpite dai conflitti, come il Medio Oriente.

Africa

L’Africa sub-sahariana è l’area dove si registra la percentuale più elevata di persone denutrite (23,2%).

Diversa è la situazione negli altri stati africani, soprattutto in Africa Occidentale dove, grazie a investimenti nel settore agricolo e nelle infrastrutture, la percentuale delle persone denutrite è stata dimezzata.

Il Nord Africa è riuscito a portare il livello di denutrizione al di sotto del 5%.

America Latina e Caraibi

L’area comprendente l’America Latina e i Caraibi ha registrato un andamento molto positivo nella lotta alla fame. La percentuale di persone denutrite è scesa dal 14,7% degli anni 90 al 5,5%. Il dato interessante è che questi paesi sono riusciti a ridurre notevolmente anche la denutrizione infantile, soprattutto grazie all’implementazione di politiche sociali.

Asia

Nel continente asiatico, non esiste un trend generale nella riduzione del tasso di denutrizione. I tassi più positivi sono stati registrati nel Sud-Est asiatico, interessato da investimenti nell’agricoltura e nella sanità e da una forte espansione economica.

Più lenta è la riduzione della denutrizione nei paesi dell’Asia Meridionale dove però ci si è prodigati molto per contrastare il fenomeno dei bambini sottopeso.

A che punto siamo con gli altri obiettivi?

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Secondo i dati messi a disposizione dalle Nazioni Unite, i Paesi hanno registrato dei progressi in tutti gli obiettivi del Millennio. Questi progressi rappresentano il trampolino da cui la comunità internazionale dovrà ripartire a fine anno per continuare il suo lungo percorso verso lo sviluppo sostenibile.

L’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone che vivevano con un reddito inferiore a 1.25$ al giorno, è stato raggiunto nel 2010.

Nello stesso anno, l’iscrizione alla scuola primaria nei paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 90%.

La parità di genere è stata già raggiunta nell’istruzione primaria; la partecipazione delle donne alla vita politica è in costante aumento tant’è che all’inizio del 2014, i paesi con almeno il 30% di donne all’interno del Parlamento erano ben 46.

Progressi notevoli sono stati registrati nella riduzione della mortalità infantile, con circa 14 mila bambini morti in meno ogni giorno rispetto agli anni Novanta, anche grazie a un maggiore accesso ai vaccini di base.

Anche il tasso di mortalità materna è stato quasi dimezzato, diminuendo del 45% rispetto agli anni Novanta.

In via generale, ogni anno, vi è una riduzione nelle nuove infezioni di HIV. Sono notevolmente migliorate anche le condizioni di vita per le persone affette da HIV, grazie ad una maggiore accessibilità ai trattamenti specifici.  

Anche il numero di morti per malaria e tubercolosi è notevolmente diminuito negli ultimi dieci anni.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, a partire dagli anni novanta, si è registrato un incremento del 58% delle aree ambientali protette. Nel 2010, inoltre, è stato dimezzato il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile.

L’ultimo obiettivo che prevede una serie di interventi nella cooperazione allo sviluppo, nel debito estero, nel commercio internazionale e nel trasferimento delle tecnologie è quello che stenta più a concretizzarsi a causa della crisi economica. Tuttavia, dei progressi sono stati effettuati anche in tal senso, soprattutto nell’ambito della diffusione dei servizi informatici e delle telecomunicazioni.


Fonte: United Nations; FAO; UNDP

Ufficio Studi Mezzopieno – Rossella Tisci

Gruppo di ricerca Valori Etica ed Economia – Università di Torino


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