Mario è morto a tre anni stroncato da una malattia grave. Abbandonato dai suoi
genitori il piccolo ha passato gran
parte della sua breve esistenza al pediatrico Meyer di Firenze,
prima di essere trasferito nel reparto di patologia neonatale dell’ospedale di
Grosseto. Ed è qui che, all’età di sei mesi, ha incontrato Nadia Ferrari, che ne ha
chiesto l’affido e con amore lo ha accudito fino alla fine.
Per questo gesto Nadia ha
ottenuto il Premio Bontà 2016, un riconoscimento che da oltre 40 anni viene
assegnato dall’Arciconfraternita di Sant’Antonio da Padova a chi si distingue
in opere di generosità e altruismo.
La donna lavora all’ospedale di Grosseto,
dove il bambino è stato ricoverato per due anni. Nadia prese a cuore il
piccolo da subito, quando non era di turno si fermava in ospedale, gli dava da
mangiare, gli faceva fare ginnastica e giocava con lui. Finché decise di
adottarlo e nel 2012 avviò le pratiche per la richiesta di affido, che si
conclusero nel 2013. Nadia, già madre di una bambina, si mise in aspettativa.
A tutti coloro che pensavano
che non valesse la pena sacrificarsi per un bimbo che sarebbe presto morto, Nadia rispondeva: “Lo so,
soffrirò, ma lo amo e non voglio che sia solo e poi preferisco soffrire per
sempre per avere dato a mio figlio Mario l’amore incondizionato di una
famiglia, anche per poco, piuttosto che non averlo mai accudito”.
Fonte: Avvenire; Arciconfraternita S. Antonio