A Pesaro ogni mattina oltre mille bambini si
incontrano con i loro amici e vanno a scuola insieme, non accompagnati dai
genitori ma assistiti da anziani volontari che presidiano i punti più critici
del percorso e dai negozianti che mettono a disposizione i loro servizi. A
Pontevedra, in Spagna, il sindaco ha adattato la città alla mobilità pedonale
rendendola meno adatta alle auto: strade e piazze sono piene di bambini e da
alcuni anni non ci sono morti per incidenti stradali.
Sono due esempi di amministrazioni comunali
che già da diversi anni hanno aderito al progetto internazionale “La città dei
bambini” nato nel 1991 in Italia dall’Istituto di Scienze e Tecnologie della
Cognizione del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Un progetto che
propone ai Comuni una nuova filosofia di governo della città promuovendo
l’autonomia e la partecipazione dei
bambini.
“A scuola ci andiamo da soli” è, nell’ambito
delle attività proposte, la pratica che più si sta diffondendo in Italia (nei
centri più piccoli) e all’estero: l’obiettivo è di permettere ai bambini dai 6
anni in su di uscire di casa senza essere accompagnati perché possano vivere con
i loro amici l’esperienza dell’esplorazione, dell’avventura e del gioco,
indispensabili per la loro crescita. Una delle forme più gettonate di
partecipazione è invece quella del “Consiglio
dei bambini”, al quale sindaci e amministratori chiedono di contribuire per
cambiare l’ambiente urbano (l’ultimo nato nel dicembre 2015 a Novara).
Il progetto nel corso degli anni ha creato in
tutto il mondo un’estesa rete che coinvolge oggi centinaia di Comuni in Italia
(oltre 80), Spagna, Argentina, Uruguay, Colombia, Messico, Perù, Cile e
recentemente Libano e Turchia.
Fonte: La Città dei Bambini