Editoriale
È
vero, non si può essere sempre allegri ma le piccole gioie sono il segreto di
una vita felice. Trascorriamo il nostro tempo ad inseguire qualcosa ma quanto
spazio dedichiamo alla gioia?
L’entusiasmo, la contentezza e la giocosità appartengono al mondo dei
bambini ma non sono svaniti negli adulti, soffocati da molti strati di sfiducia
e di seriosità, sono istinti che risiedono in ognuno di noi e che si possono
riscoprire e vivere in pienezza a qualsiasi età e in qualsiasi condizione.
La capacità di gioire è frutto della fiducia ed è legata
significativamente alla purezza dell’essere e ad una coscienza pulita. Molti
pensano che non sia dignitoso lasciarsi andare al proprio istinto di
divertimento e si adagiano sulla propria immagine invecchiata e stanca. Una vita
senza gioia è la prima causa di invecchiamento mentre la letizia coltivata e
protetta negli anni laboriosi della vita è la base di una vecchiaia serena e
tollerabile. Sottovalutare la presenza di un lato gioioso della vita inibisce
progressivamente la capacità di essere lieti e la voglia di affrontare le
inevitabili difficoltà della vita.
La cosa più semplice che educa alla gioia è osservare i bambini ed
entrare in empatia con loro, sperimentare concretamente come sia piacevole
essere gioiosi e spontanei, lasciando andare l’immagine di adulti che ci siamo
costruiti nel tempo e riportando nella nostra vita quella di quando eravamo
bambini. Trovare spazi e tempi per dedicarsi al gioco, alla contemplazione
delle cose belle e riscoprirsi piccoli. Disporre il proprio viso ad un
atteggiamento sorridente può essere già di per sé un potente stimolo alla
gioia.
Una persona che sia capace di vivere la gioia anche in piccole cose e
in situazioni comuni, è sicuramente più felice di una che possiede molte cose
e che non riesce a godersele appieno. Sperimentare la gioia è dedicare attenzione
nel gustarsi le cose e i momenti senza pretendere di possederli e di fermarli.
Lasciare andare l’immaginazione, frequentare persone gioiose e semplici,
contemplare la bellezza delle cose e accontentarsi.
La gioia è la più semplice forma di gratitudine, si sperimenta nel fare ciò
che si ama e nell’amare ciò che si fa, si trova nel sentirsi amati e si dà
amando. La gioia si manifesta più facilmente nell’imprevisto e allora
proviamo a smettere di programmare troppo e lasciamo che qualche volta le cose
vadano come non ci aspettiamo, tralasciamo la reputazione, accettiamo di fare
sbagli, siamo meno seri e corriamo più rischi. Cerchiamo buoni momenti e
costruiamoli se necessario. Giochiamo di più, facciamo anche brutte
figure, ridiamoci sopra, non badiamo troppo a cosa possiamo fare ma a cosa
fanno gli altri e a cosa succede di bello nel mondo. Gioia è cambiare il modo
di guardare le cose.
Diamo più di quanto prendiamo e non facciamo il saldo, impariamo a
dire più
spesso “che cosa importa?” e riserviamo per le persone a cui vogliamo bene le
cose più
belle che abbiamo. Lasciamoci andare, lanciamo coriandoli nel bel mezzo di una
riunione con il nostro capo. Abbracciamo di più e stiamo di più con
gli amici e con la nostra famiglia, con le persone che amiamo e con i piccoli.
Non temiamo di usare parole dolci e facciamo musica con tutto quello che
troviamo. Stanchiamoci insieme alle persone semplici nel fare cose semplici e
chiudiamo gli occhi davanti alle cose che ci fanno provare gioia per fermarle
dentro di noi. Facciamo cose leggere e guardiamo cose belle, collezioniamo
momenti e non cose. Con un buon impegno si può riuscire a star male in ogni
luogo ma con la gioia si può imbrattare di colori ogni istante e farlo brillare
senza fine.
…ecco mi sono di nuovo fatto prendere dalla gioia!
Luca
Streri