Il Comitato Internazionale per i Giochi Olimpici ha preso nello scorso mese di marzo una decisione storica. In seguito al forte aumento di atleti che hanno
acquisito lo status di rifugiati a causa della fuga dai loro paesi d’origine colpiti da guerre e delle violenze, in Africa, Medio Oriente e Sud Asia, il Comitato ha stabilito la
nascita della Nazionale Olimpica dei Rifugiati che parteciperà ai giochi di Rio
de Janeiro.
In questo
modo, tutti gli atleti divenuti apolidi perché costretti ad abbandonare le loro
terre martoriate dai conflitti, non dovranno rinunciare al sogno olimpico.
La Nazionale
Olimpica dei Rifugiati verrà trattata come una nazionale a tutti gli effetti e
riceverà dunque gli stessi diritti delle altre squadre in termini di
ospitalità, controlli medici, assicurazioni e tutto il resto. Questa decisione è stata fortemente
voluta dalla Commissione di Solidarietà Olimpica che si farà carico di tutte le
spese di trasporto e partecipazione dei rifugiati
e continuerà a supportare la loro preparazione atletica anche dopo la fine dei
giochi olimpici. Tante altre ONG in tutto il mondo stanno supportando questo progetto.
La squadra sarà
composta da 10 atleti fra cui la giovane
campionessa di nuoto siriana Nusra Mardini che l’estate scorsa, grazie alle sue abilità natatorie spinse sino a riva un gommone sovraffollato in avaria che rischiava di
capovolgersi al largo dell’Isola di Lesbo.
La bandiera che
rappresenterà la nazionale dei rifugiati sarà quella olimpica, rappresentante i
cinque continenti, per affermare con forza il messaggio che tutto il mondo è unito in solidarietà e sostegno dei rifugiati e che tutti sono responsabili della soluzione di questo problema del nostro tempo.