I condomìni contengono vite, storie, situazioni di disagio, solitudine, malattia o povertà talvolta nascoste. Realtà che a volte non si conoscono e che non emergono per vergogna, mancanza di coraggio o rinuncia.
Ad Asti è stato ideato un programma per individuare e prevenire il disagio sociale nascosto tra delle mura domestiche. I condomìni sono stati organizzati in modo da avere una persona che diventi “sentinella del disagio sociale”. Queste figure si impegnano a conoscere tutti gli abitanti del proprio palazzo e a segnalare al Comune i casi di persone in difficoltà. “Conosciamo le povertà urlate nei nostri uffici ma non quelle silenziose di chi abita i nostri palazzi, quelle di chi per timore o vergogna non osa chiedere aiuto”, ha detto l’assessore Cotto, rivolgendosi all’associazione amministratori di condominio.
Questo nuovo modello di assistenza individualizzata e di sussidiarietà permette di arrivare a persone altrimenti irraggiungibili e la loro eventuale presa in carico da parte del Comune, ma anche di creare nuove opportunità per chi ha voglia di spendersi nel volontariato di quartiere, ad esempio vicini di casa disposti a bussare alla porta per sapere se va tutto bene oppure a offrire un passaggio in auto a chi ne ha bisogno.
L’iniziativa di Asti si inserisce nel percorso avviato dalla città con la Banca del dono e con la Spesa a domicilio, progetti per chi è solo o non riesce a svolgere le attività quotidiane autonomamente.
Fonte: La Stampa – 17 novembre 2017