Una nuova istituzione giuridica, introdotta per la prima volta in Europa e diversa dall’adozione e dall’affido, interessa le persone che vogliono prendersi cura dei minorenni sbarcati in Italia, volontariamente e gratuitamente.
I “genitori sociali” sono tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati che si trovano nel nostro Paese per motivi diversi e spesso tragici. Da alcune settimane questa figura è regolamentata da una nuova legge e sta riscontrando molte adesioni.
Sono migliaia gli italiani che hanno deciso nei primi mesi dall’entrata in vigore della Legge 47/2017 di fare da rappresentante legale di un minore straniero in difficoltà e di prendersene cura nel suo percorso di crescita e integrazione. Sono persone con più di 25 anni, residenti in Italia, che non devono avere precedenti penali. I minori non vivono con loro ma rimangono ospitati nelle strutture di accoglienza. “Ai tutori volontari viene chiesto di stabilire un rapporto emotivo con i minori, di ascolto, di aiuto nelle scelte, tale da restare vivo anche dopo il raggiungimento dei 18 anni. Il tutore diventa in questo modo un punto di riferimento, un genitore sociale”, spiega Rita Turino, garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Piemonte, regione che insieme al Lazio ha registrato il maggior numero di candidature: dall’inizio circa 950.
Non avendo familiari in Italia è fondamentale evitare che questi giovani vengano intercettati dal mondo della criminalità, sfruttati o avviati ad attività illecite. “Questi ragazzi hanno un’enorme responsabilità, quella di diventare grandi. Abbiamo il dovere di aiutarli, e di farlo nel migliore dei modi”, riporta un avvocato romano al Corriere.
Fonte: Gazzetta Ufficiale; Il Corriere – 6 novembre 2017