Fabio Messina, giovane imprenditore palermitano, e la moglie Valeria di Leo sono stati i primi in Italia ad aprire un punto-vendita certificato “no pizzo”, nel quale si vendono solo prodotti di imprenditori, artigiani e commercianti che si sono ribellati pubblicamente al racket delle estorsioni.
La loro storia ha fatto cadere un muro e ha motivato tanti altri a fare lo stesso e a creare un movimento di azione che si sta diffondendo dalla Sicilia anche in altre regioni del nostro Paese.
Il movimento “Addiopizzo” ha creato una rete tra commercianti, imprenditori, liberi professionisti e consumatori che si rifiutano di sottostare alle intimidazioni delle estorsioni e del pizzo. I commercianti si impegnano pubblicamente a denunciare eventuali richieste estorsive e pubblicamente rendono nota la loro scelta di non pagare il pizzo. Allo stesso modo, i consumatori si impegnano pubblicamente e moralmente a scegliere nei loro consumi prodotti appartenenti alla “lista no pizzo”. Lo scopo della rete è quindi quello di stare tutti insieme dalla stessa parte, senza ambiguità e con la voglia di innescare un effetto domino che coinvolge tutti, esercenti, consumatori e cittadini.
La sfida ha interessato solo in Sicilia 1036 negozi e imprese “no pizzo”, 186 esercenti e 36 marchi certificati “liberi dal pizzo”. L’iniziativa, diffusa ora su tutto il territorio siciliano, ha ottenuto di sensibilizzare i cittadini, farli riflettere e agire, riuscendo a creare progressivamente una rete di persone che non siano solo consumatori consapevoli ma cittadini consci del proprio ruolo e del proprio potere all’interno della società civile.
Fonte: Addio Pizzo – 29 giugno 2017