Che fine fa il sapone non
completamente consumato che rimane nei bagni degli hotel di tutto il mondo?
La maggior parte viene gettata e, oltre a rappresentare un
elemento inquinante e di difficile smaltimento per l’ambiente, contribuisce ad
alimentare lo spreco, a dispetto di tanti luoghi poveri del mondo in cui
l’igiene è ancora un miraggio.
Shawn Seipler, un giovane americano, nel corso dei suoi viaggi d’affari si è posto questa domanda e, convinto che avrebbe potuto essere utile per i più
bisognosi, ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi al riciclo dei prodotti per l’igiene da
bagno, a favore dei tanti che non li potevano avere. Shawn ha iniziato a
raccogliere nel garage gli articoli da toeletta che si faceva dare dai grandi
alberghi. “Ci sedevamo su dei secchi e con il pelapatate raschiavamo la
parte esterna delle saponette per pulirle”, ricorda. “Abbiamo usato il
tritacarne per macinare il sapone, pentole della cucina e stampi da dolci per
confezionare le barrette”.
In questo modo il giovane ha incominciato a inviare saponette in
tanti paesi del terzo mondo e ha fondato Clean the Word, un’organizzazione senza lucro, oggi diffusa in 115 paesi del mondo, che aiuta i Paesi in via di sviluppo a migliorare l’igiene e
sconfiggere tante malattie.
Si stima che più di 2 milioni di saponette siano gettate ogni giorno
dagli alberghi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, milioni di vite
potrebbero essere salvate se le aree più povere del pianeta avessero il sapone.
Fonte: The Telegraph; Clean the World – 23 maggio 2017