“Gabriel, tu avevi 29
anni, io 19. Era il 1987. Ci incontrammo a un convegno di poesia sulle Alpi
Marittime. Io venivo da Roma, tu da Nantes. Eri piccolo e brutto come Picasso,
ma con una testa da torero”.
Inizia così la lettera con cui Barbara Alberti ha
vinto la XVII Edizione del Premio Lettera d’Amore, a cui hanno
partecipato tanti scrittori da tutta Italia e dall’estero. Questa iniziativa ormai consolidata da anni raccoglie le migliori dichiarazioni d’amore, le lodi e le tenerezze frutto di storie di amore di tante persone che attraverso il messaggio scritto hanno espresso il meglio dei loro sentimenti. Un elogio all’amore ma anche all’attesa, al desiderio e alla passione, sentimenti di un mondo che sembra passato ma che è ancora più forte e prolifico che mai. I romanzi d’amore rimangono tra i più letti e i messaggi d’amore rimangono i più inviati, anche con l’avvento delle nuove tecnologie.
L’idea è il frutto del lavoro del Museo della Lettera d’Amore di
Torrevecchia Teatina, paese nel cuore dell’Abruzzo, vicino a Chieti. Il Museo è un archivio di quadri, di reperti archeologici e di oggetti sull’amore. “La lettera d’amore è una condivisione storica e sociologica di un sentimento così come viene trasposto nella scena della follia a due, particolare momento magico che viene inscenato dai protagonisti implicati nella faccenda amorosa, che interpretano rivivono e filtrano un rito più ampio e codificato da regole ben specifiche che è quello del gioco sociale dell’amore” cita la presentazione del museo.
Il museo ha ospitato tante lettere, quest’anno
la raccolta delle lettere di Gabriele D’Annunzio a Luisa De Benedictis, la madre. In passato le lettere scritte da tantissimi fedeli al Papa Giovanni Paolo II e deposte accanto alla sua bara nel giorno del suo funerale.
Fonte: redazione Mezzopieno in collaborazione con l’associazione AbruzziAMOci – 8 agosto 2017