Sherin Khankan è nata in Danimarca da una immigrata finlandese e un rifugiato siriano. Figlia di due mondi, ha fondato la prima moschea femminile del suo Paese.
La Mariam Masjid di Copenhagen è diversa da altre moschee perché è guidata da donne ed è aperta ai musulmani che non si identificano nelle moschee tradizionali, basate su un rigida gerarchia maschile, dove le donne di solito assistono alle preghiere da un balcone. Questo centro, insieme ad altri simili in tutto il mondo, sta portando un’alternativa concreta al processo di radicalizzazione dell’Islam, visto in maniera critica anche da una parte degli stessi musulmani. “Molti giovani non vanno volentieri nelle moschee dove si sostiene, per esempio, la politica della Turchia”, dice una ragazza musulmana in un’intervista al Copenhagen Post. “Questa è la vecchia generazione. Non ci identifichiamo.”
Moschee per donne stanno aprendo negli Stati Uniti, in Canada e in Germania. “Le cose stanno cambiando e vogliamo riportare l’Islam alla sua essenza spirituale”, dice Sherin. Il dialogo inter religioso è una delle priorità: "Lavoriamo con un gruppo ebreo dove anche le donne guidano i servizi di preghiera”.
La moschea di Copenhagen è estremamente aperta nel conciliare i contrasti: qui infatti
si celebrano matrimoni tra persone di religione diversa che non sono celebrati nelle moschee tradizionali, la poligamia non è permessa, il diritto di divorziare spetta anche alle donne, in caso di violenza fisica o psicologica l’unione è nulla e in caso di divorzio le madri hanno uguali diritti sui figli.
Fonte: The Copenhagen Post – 21 luglio 2017