Ha attraversato il deserto, ha vissuto l’orrore del traffico
di esseri umani in Libia, ha solcato il
Mediterraneo su un barcone, ma Alagie Jinkang, giornalista e insegnante
di inglese fuggito dal Gambia, ora ha il suo riscatto. La svolta in Sicilia,
quando incontra Enzo Bozza e Rosaria
Palumbo, una coppia di torinesi in vacanza a Pozzallo che, colpiti dal suo
desiderio di continuare gli studi, gli offrono la possibilità di farlo a
Torino: un visto umanitario, una famiglia che lo ha “adotatto”,
Alagie vince una borsa di studio all’International university college (Iuc) di
Torino, dove nel 2016 ottiene il master in diritto, economia e finanza
comparati. E ora il dottorato di ricerca in giurisprudenza con specializzazione
in diritti umani.
Alagie non è partito per disperazione, ma per aver denunciato
la corruzione e i soprusi dell’allora dittatore Yayha Jammeh e in particolare
per un’inchiesta sull’estrazione clandestina di diamanti e minerali a lui
destinati pubblicata su un giornale locale: arrestato e portato in un campo di
lavoro, riesce a scappare. Dall’Italia ha continuato a scrivere sui giornali
del suo Paese: «Spiego ai miei connazionali che l’Europa non è il paradiso.
Voglio evitare che altri vivano le tragedie che ho vissuto io».
«Adesso sono un’altra persona, ho voltato pagina», dice.
«Finito il dottorato tornerò in Gambia, voglio cambiare il mio Paese. Vorrei
modificare la mentalità della scuola. Gli atenei tradizionali sono destinati
alle élite che creano dittatori. Dopo la scuola voglio entrare in politica. Il
mio sogno? Diventare il presidente del Gambia».
Fonte: Con la gentile collaborazione di Alagie Jinkang; La Stampa – 18 gennaio 2018