Quasi distrutta dall’ISIS, l’antica città di Palmira sta rinascendo e dopo un lungo lavoro di restauro effettuato da esperti italiani, russi e polacchi, si appresta a riaprire al mondo e a diventare il simbolo della ricostruzione e del riscatto contro la guerra.
“Il lavoro di restauro ci consente di cancellare l’atto di violenza” racconta Daria Montemaggiori del team di restauro dell’Istituto di restauro centrale di Roma. L’Italia infatti è tra i paesi che più si sono impegnati a offrire assistenza alla Siria per ripristinare il valore storico di Palmira. Lo scorso anno i tecnici italiani hanno ricostruito molte importanti statue ricomponendone i frammenti rotti e usando la stampa 3D e polvere di nylon.
Lo storico sito era una volta tra le principali attrazioni del Paese, con oltre 150.000 visitatori all’anno ma tra il 2015 e il 2017 la guerra ha demolito molti dei suoi tesori antichi risalenti al secondo secolo A.C. L’esercito siriano ha liberato Palmira nel marzo 2017 e gli ingegneri russi hanno effettuato lo sminamento nella città.
I lavori di restauro su statue e sculture recuperate da Palmira si svolgono a Damasco. “Il lavoro è molto complicato; i terroristi hanno rotto le sculture in molti pezzi ”, ha detto Maher al-Jubari, direttore del laboratorio dei musei nazionali in Siria . “Abbiamo raccolto tutto in grandi contenitori e numerato tutti i pezzi. Ora il nostro compito è quello di incollarli insieme”.
“Questa è la storia del mondo e non appartiene solo alla Siria”, ha concluso.
Fonte: The Telegraph; Artnet News – 28 agosto 2018
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