Il continente africano è il luogo della Terra più ricco di popolazioni, travagliate da numerosi conflitti e rivalità. Nello scorso anno, tuttavia, migliaia di persone e di gruppi etnici hanno realizzato dei significativi processi di pace. La Repubblica Democratica del Congo, per esempio, è un’area in cui i conflitti locali hanno portato brutalità, sfollamenti e povertà, risultato delle animosità tribali scatenate dal genocidio in Ruanda nel 1994. Situazioni simili esistono in Sudan, Burundi e in molti Stati africani.
Nello scorso anno, un grande gruppo internazionale di pacificatori ha istituito 79 Comitati di pace in queste aree e formato 744 leader locali per avviare un processo di mediazione tra 343.247 persone coinvolte in conflitti e le ha aiutate a raggiungere compromessi pacifici. Migliaia di persone coinvolte come operatori di pace hanno riunito le parti, fatto parlare comunità divise e rivali e le hanno guidate a soluzioni condivise.
I Comitati di pace nei villaggi affrontano dalle controversie domestiche, piccoli furti, disaccordi sull’uso del territorio, conflitti sull’uso dell’acqua o altri problemi della comunità, fino ai crimini più gravi, in modo da interrompere i cicli di vendetta, declassando la violenza e ripristinando le relazioni, per superare l’odio e lavorare sul perdono come modalità per riparare le ferite delle comunità e prevenire ulteriori violenze.
“La pace è la base per il fiorire di una comunità” dichiara Tim Breene, presidente del World Relief, l’ente che ha permesso di raggiungere la convivenza pacifica tra decine di migliaia di comunità e persone in Africa negli ultimi 12 anni, da quando è nato il programma.
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Fonte: World Relief – 23 dicembre 2019
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