La Germania, uno dei maggiori consumatori mondiali di carbone, ha approvato la chiusura di tutte le 84 centrali elettriche a carbone presenti sul suo territorio.
L’annuncio segna un cambiamento significativo per il più grande paese europeo, una nazione che è stata uno dei promotori degli accordi per ridurre le emissioni di CO2 prima di diventare un ritardatario che ha mancato di molto gli obiettivi di riduzione. Gli impianti di carbone rappresentano oggi il 40% dell’elettricità prodotta nel Paese. "Questo è un risultato storico" ha detto Ronald Pofalla, presidente della commissione governativa, dopo l’accordo che ha richiesto sette mesi di lavori e negoziazioni.
Il piano necessiterà diversi anni per essere portato a termine ma ha già stanziato 45 miliardi di euro di investimenti per riconvertire l’economia nelle regioni dove si produceva con il carbone. “È un grande momento per la politica climatica in Germania che potrebbe rendere il paese un leader ancora una volta nella lotta ai cambiamenti climatici”, ha detto Claudia Kemfert, professore di economia energetica presso l’Istituto tedesco per la ricerca economica di Berlino. “È anche un segnale importante per il mondo che la Germania sta di nuovo prendendo sul serio il cambiamento climatico: una nazione industriale molto grande che dipende tanto dal carbone e che lo sta abbandonando”.
La decisione di uscire dal carbone segue una precedente iniziativa del governo tedesco che ha deciso di chiudere tutte le sue centrali nucleari. Finora dodici delle 19 centrali nucleari del Paese sono già state chiuse.
Fonte: RWE; Deutsche Welle – 26 aprile 2019
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