“In Italia quando un ragazzo con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento, come discalculia, disgrafia, disortografia) si affaccia al mondo del lavoro, si trova a fare i conti con un ambiente competitivo, in cui non esistono forme di sostegno”, afferma Sara Bocchicchio, psicologa ricercatrice presso l’Università di Modena. Ogni anno 12mila giovani con DSA sono pronti per entrare nel mondo del lavoro, ma a causa dell’inesperienza delle aziende nel comprendere il loro disturbo, rimangono penalizzati rispetto ai loro coetanei.
Per sostenere i giovani e gli adulti dislessici nelle realtà in cui vorrebbero lavorare o lavorano già, è nato il marchio per le aziende “Dyslexia Friendly”, quelle cioè che predispongono e utilizzano strumenti per valorizzare le persone con questi disturbi del neurosviluppo.
In Italia IBM e Micron hanno guadagnato questo marchio, in seguito a un percorso di formazione insieme ai ricercatori della Fondazione Italiana Dislessia. Anche le società di selezione del personale stanno lavorando sulla stessa lunghezza d’onda: la prima in Italia a farlo è Axia. L’unica banca ad aver ricevuto la certificazione di Dyslexia Friendly, dopo un percorso di adattamento di 12 mesi, è Intesa Sanpaolo: il gruppo si è impegnato ad adeguare e migliorare i propri processi interni allo scopo di favorire le condizioni lavorative e l’emergere dei talenti di chi vive con questi disturbi. "Intesa Sanpaolo ci ha positivamente sorpreso. Abbiamo potuto lavorare con un’azienda flessibile, disponibile e aperta al cambiamento, che ha accettato di mettersi in discussione”, ha dichiarato la professoressa Bocchicchio.
Fonte: Fondazione Dislessia – 23 gennaio 2019
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