Quando si verificano terremoti, l’utilizzo dei cani per individuare le persone sotto le macerie è fondamentale. Ma cosa capita agli animali che invece rimangono sepolti nei crolli? Fino ad poco tempo fa il loro salvataggio era lasciato alla discrezione dei soccorritori o dei loro proprietari.
In seguito al protocollo di intesa sottoscritto dalla Protezione Civile e dalle associazioni animaliste nello scorso mese di settembre, il soccorso degli animali entra ufficialmente nei compiti della Protezione Civile e per legge viene inserito tra le sue finalità e tra le attività da svolgere in caso di calamità naturali. Questo protocollo rende in questo modo concreta e operativa l’attuazione del decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 del “Codice della protezione civile”.
“Il riferimento legislativo agli animali è necessario per riconoscere, rafforzare e qualificare quanto già avviene negli interventi in caso di terremoti, alluvioni, nevicate eccezionali”, ha dichiarato il presidente della Lav, “così potremo superare lo spontaneismo, rendendo sistematico il contributo del volontariato specializzato all’attività di salvataggio, di recupero, messa in sicurezza e gestione degli animali familiari che sempre più le stesse popolazioni richiedono”.
“Le associazioni di volontariato animalista sono già le prime a farsi carico spontaneamente delle numerosissime richieste di aiuto per le vittime animali isolate, affamate, seppellite, smarrite”, aggiunge l’Oipa. “E nei momenti nei quali si perde tutto, il valore affettivo e sociale degli animali della propria famiglia è incalcolabile. Anche per questo gli animali familiari sono insostituibili per la ricostruzione morale e materiale della comunità”.
Fonte: Gazzetta Ufficiale; LAV
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