per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno
Giornalista professionista, dal 2004 redattrice a VITA, il magazine del non profit italiano, dove si occupa di temi sociali con uno sguardo costruttivo e con attenzione all’infanzia, la famiglia, la scuola e la disabilità. Laureata in filosofia da cui ha conservato l’avversione per i titoli urlati e le mezze verità. Ha scritto quattro libri sulla Lega del Filo d’Oro, l’associazione che dal 1964 dà supporto alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Cos’è per lei una buona notizia?
Una buona notizia non è una notizia morbida e “petalosa” ma una storia che, anche nella sua complessità o durezza, accenda la consapevolezza del passaggio dall’io al noi. Che faccia sentire – non capire – a chi legge che vivere e ragionare per steccati, “io” da una parte, “gli altri” dall’altra, è un artificio.
Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?
Cercare di restituire il dato di realtà. Anche se le analisi e i numeri, che sembrerebbero gli strumenti migliori per questo, appaiono sempre meno efficaci. Forse le storie possono farlo meglio. E hanno certamente il potere di attivare: di far sentire meno soli o di far venir voglia di fare la propria parte.
Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?
Sì, raccontando pezzi di realtà fuori dalla nostra bolla o confort zone. Raccontare pezzi di realtà da un altro punto di vista e scoprire (io, prima che il lettore) che ciò che sentiamo come un assoluto spesso è – appunto – solo un punto di vista.
Tre elementi essenziali di una buona notizia.
La verità, la libertà, la generatività.
Qual è il suo contributo per una buona informazione?
In questo mestiere capita di dover affrontare temi che si conoscono poco: studio sempre, prima di scrivere. Ma questo è fin banale. Seguire con continuità i temi che stanno a cuore, anche senza un obiettivo di restituzione immediata, ad esempio nelle minuzie del dibattito parlamentare. Accendere delle luci su problematiche che emergono poco perché non fanno notizia. Raccontare chi fa le cose, sul campo e per davvero: penso in particolare alle belle esperienze legate al fondo di contrasto alla povertà educativa dell’impresa sociale con i
bambini.
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