L’Arabia Saudita ha posto fine in maniera definitiva alla pena di morte per i crimini commessi da minorenni. La decisione giunge per decreto del re Salman come passo verso la modernizzazione del regno ultraconservatore.
Lo stesso re saudita la scorsa settimana aveva dichiarato di aver abolito l’uso delle fustigazioni nei processi. "I condannati riceveranno in cambio una pena detentiva di non più di 10 anni in una struttura di detenzione minorile", afferma il nuovo decreto. Si prevede che questa riforma risparmierà la vita ad almeno sei uomini della comunità sciita già nel braccio della morte. Questi condannati furono accusati di aver preso parte alle proteste antigovernative durante le rivolte della primavera araba mentre avevano meno di 18 anni.
Lo scorso anno gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite fecero un appello all’Arabia Saudita per fermare le esecuzioni. "Questo è un giorno importante per l’Arabia Saudita", ha dichiarato
il presidente della Commissione dei diritti umani
Awwad Alawwad. “Il decreto ci aiuta a stabilire un codice penale più moderno”.
Il regno saudita ha oggi uno dei più alti tassi di esecuzione tra tutti i Paesi. Secondo i dati diffusi da Amnesty International, nel 2019 le esecuzioni di condanne a morte nel mondo sono calate del 5% rispetto all’anno precedente.
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Fonte: Gulf News – 27 aprile 2020
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