L’isolamento a cui siamo stati chiamati per la pandemia di Covid19, può trasformarsi per qualcuno in una sorta di prigionia e rendere impossibile lo svolgimento di pratiche di vita fondamentali.
Persone sole, anziani, neo-immigrati e individui in condizioni di vulnerabilità, con disabilità o malattie croniche sono particolarmente esposti alle limitazioni che i provvedimenti impongono e possono incontrare ostacoli insormontabili nella gestione della quotidianità. Per questo motivo a Torino sono entrate in campo le Madri di Quartiere, donne che si prendono cura delle persone del proprio quartiere che necessitano di aiuto, sbrigando le pratiche quotidiane essenziali per chi non può più farlo, come fare la spesa, reperire i farmaci, pagare le bollette e permettere di sopravvivere a chi rischia di essere escluso a causa dell’isolamento forzato. “Ci sono tante famiglie che non riescono a capire come gestire questa situazione e che rischiano di crollare. Situazioni già molto fragili, senza gli strumenti per affrontare cambiamenti così improvvisi”, racconta Chiara Bertalotto, responsabile del progetto.
Per le famiglie che non dispongono dei mezzi per connettere i propri figli con le scuole, le Madri di Quartiere organizzano reti di aiuto che condividono le strumentazioni, le competenze e l’assistenza nei compiti a bambini e adolescenti. Queste figure territoriali, organizzate dall’associazione Terra e Pace con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nel bando “Insieme andrà tutto bene", sono in buona parte donne di origine straniera, immigrate da lungo tempo, che svolgono la mediazione con connazionali in difficoltà linguistiche, per evitare l’emarginazione e per rinforzare le misure di protezione e di contenimento del virus.
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Fonte: Ufficio stampa Terra e Pace – membro del movimento Mezzopieno – 10 aprile 2020
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