Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California di San Diego ha documentato un successo oltre ogni aspettativa di un nuovo approccio che permette il ripopolamento e la conservazione delle comunità ittiche a rischio di estinzione.
Il nuovo modello di coordinamento di ricercatori accademici, organizzazioni no profit e agenzie governative include l’identificazione e l’analisi dei dati di rilevazione dei tag unita a censimenti effettuati con nuove tecniche video per monitorare le popolazioni di pesci e stimarne le variazioni in tempo reale. Mentre molti governi nel mondo stanno attuando chiusure della pesca locali o stagionali nel tentativo di consentire il recupero delle colonie di pesci di barriera, questo metodo è il primo a fornire i dati per ottimizzare queste misure e per permettergli di avere un successo programmato e aiutarle ad aumentare progressivamente il loro impatto.
A causa della pesca eccessiva durante la deposizione delle uova, diverse generazioni di pesci hanno subito un crollo degli stock a livello regionale. Negli anni ‘80 grandi colonie erano quasi scomparse dalla regione dei Caraibi; poche contenevano più di 1.000 individui e alcune specie sono entrate nell’elenco di quelle minacciate. Nel 2001 una colonia di cernie Nassau vicino a Little Cayman nel Mar dei Caraibi entrò in rischio estinzione. Tra il 2003 e il 2016 una politica di pesca progressiva è stata realizzata per proteggere questa colonia. Negli ultimi 10 anni la colonia di Little Cayman è più che quintuplicata, passando da circa 1.200 pesci nel 2009 a oltre 7.000 nel 2018.
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Fonte: University of California / National Academy of Science of USA – 6 gennaio 2020
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