La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che gran parte dell’Oklahoma orientale tornerà a essere proprietà dei nativi indiani.
Si tratta per loro di una delle vittorie legali più importanti degli ultimi decenni, perché non solo restituisce ai suoi abitanti originari un territorio molto vasto, ma potrebbe diventare il primo Stato indiano al mondo.
Il caso è una delle più controverse e antiche questioni della storia degli Stati Uniti, segnato da decenni di rimozioni, stermini di intere tribù e trattati infranti con le popolazioni indigene. La contesa su cui si è pronunciata la Corte riguarda le terre della nazione Muscogee che furono incorporate nell’Oklahoma quando questo divenne uno Stato americano. Queste terre includono, tra le altre, gran parte di Tulsa, la seconda
più grande
città dell’Oklahoma.
“Questo è un giorno storico”, ha detto il capo indiano David Hill. “Non è mai troppo tardi per sistemare le cose”. La sentenza arriva in un momento molto difficile per i nativi americani, decimati dal coronavirus e dal crollo delle loro attività causato dalla chiusura dei casinò, tra le loro principali attività. La loro indipendenza e allo stesso tempo la loro integrazione saranno d’ora in poi processi in cui le diverse tribù potranno decidere in maniera indipendente, poiché le autorità statali americane non potranno più perseguirli. Questo significa che gli indigeni in Oklahoma non potranno più essere giudicati dai tribunali statali ma potranno affrontare la giustizia nei tribunali tribali o federali.
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Fonte: The New York Times – 11 luglio 2020
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