per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno
Giornalista e presentatrice. Nella redazione del TG1 della Rai. Ha condotto il Premio Biagio Agnes ed il Premio Strega. Da sempre impegnata nel giornalismo costruttivo.
Cos’è per lei una buona notizia?
La mia positività mi porta a vedere sempre il doppio lato della medaglia. Se una notizia è brutta, ne leggo il risvolto positivo. Al di là della tragicità di certi eventi, leggo tra le righe il messaggio positivo che può nascondersi dietro. Con il lockdown abbiamo attraversato un periodo tra i più bui della nostra esistenza, tanti sono stati i morti che ha fatto il coronavirus, ma ci siamo riscoperti un paese unito, che rispetta le regole –salvo alcuni casi – che sa affrontare, come comunità, una situazione di emergenza.
Qual è per lei il ruolo dell’informazione nel benessere della società?
Il giornalismo è un mestiere importantissimo a livello sociale. Aiuta a formare idee e opinioni, diffonde i pensieri, forma pensatori, dunque l’impatto è fortissimo.
Il ruolo di un buon giornalismo? A questo punto, direi l’opposto: il ruolo di un cattivo giornalismo può fare danni. Purtroppo viviamo in un’epoca in cui tutti si improvvisano giornalisti. Basta una foto, uno scatto, un tweet per dare e fare informazione sbagliata. La cosa a cui bisogna stare più attenti sono le fake news. Ecco, queste generano cattiva informazione e gettano ombre su uno dei mestieri più belli al mondo.
Qual è il suo contributo per una buona informazione?
Da giornalista, l’obiettività. Il racconto pulito della realtà è sempre, per un giornalista, l’ingrediente fondamentale che non ti fa mai sbagliare.
Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?
Sì, se fatto bene. Torno al discorso di prima: se un giornalista è fazioso, o parziale nel raccontare i fatti, se agisce in modo noncurante di uno dei capisaldi per noi che è l’obiettività, questo può generare cattiva informazione e di conseguenza conflittualità in chi usufruisce dell’informazione, in questo caso, deviata.
Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?
Vuol dire essere ottimisti sempre. Sono dell’idea che chi è negativo attira a sé le negatività. Poi, nulla è nelle nostre mani: mi riferisco alla potenza di Dio. Pertanto, affidiamoci e il modo migliore per farlo è con il sorriso.
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