Crescere frutta e verdura sui fondali dei mari è un nuovo metodo che rivoluziona l’agricoltura e il suo approccio tradizionale con il suolo e soprattutto con l’uso dell’acqua.
La coltivazione fuori dal suolo, l’idrocultura, è una tecnica sempre più usata
che consiste nel coltivare le piante non nel terreno. A Noli, in provincia di Savona, è stato fondato un orto interamente coltivato in biosfere subacquee in mare. Progettato dall’ingegnere Sergio
Gamberini, l’orto sottomarino Nemo consente di crescere lattuga, basilico e
fragole all’interno di cupole ancorate sul fondale marino a circa
sei metri di profondità. Le biosfere trasparenti sono progettate in modo
che i raggi solari possano arrivare alle piante che restano comunque
isolate dall’acqua salata. All’interno delle sfere l’evaporazione dell’acqua marina si trasforma, condensandosi, in
acqua dolce, consentendo così l’irrigazione alle culture e la giusta climatizzazione, con una umidità controllata e temperatura costante a 25 gradi.
Questo metodo di coltivazione è naturalmente biologico e garantisce alle piante
di non essere aggredite da parassiti o intemperie; inoltre la qualità organolettica delle verdura coltivata ha dimostrato
essere pari o addirittura superiore alle piante provenienti da coltivazioni
tradizionali. L’idrocultura costa meno e rende di più e per questo si candida per risolvere i problemi idrici che il mondo sta affrontando, rappresentando un notevole risparmio di acqua per l’attività agricola,
un minor sfruttamento del suolo e un’opportunità per tutti quei Paesi che dispongono di scarse risorse idriche.
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Fonte: Nemo’s Garden – 18 febbraio 2021
Volonwrite per Mezzopieno
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