Editoriale
Un grande sistema interconnesso di persone che pensano, vivono e agiscono in modo differente. La meraviglia della moltitudine e della diversità, ma anche la grande Torre di Babele. Il mondo si sviluppa in tante direzioni, si espande e cammina seguendo molti flussi, talvolta convergenti, a volte opposti. Ogni gesto che compiamo segue la linea delle nostre ambizioni e contribuisce a realizzare una parte del nostro cammino nella ricerca di dare senso all’esistenza. Questa è la spinta inesauribile a cui tutti rispondiamo ma è anche ciò che ci distingue, ci differenzia e ci mette in confronto con gli altri.
Punti di vista diversi, opinioni, modi di vivere e obiettivi differenti sono il risultato di personalità, culture ed esperienze eterogenee e della enorme e straordinaria varietà del pensiero. Il confronto è la modalità con cui ci poniamo davanti ad una idea “altra”; trasformarlo in dialogo è il modo vivificante per elevarlo a un vero incontro. La forza che poi rende fecondante ogni incontro è quella che riesce ad andare oltre il mutuo rispetto per diventare un mutuo arricchimento. Accostarsi all’altro andando oltre la tentazione di prevalergli, cercando di aprirsi senza timore, disposti anche a perdere le proprie posizioni è il modo più fertile di vivere gli incontri e quello che si riveste del più ampio significato di un gesto di amore. Un confronto che può trovare il suo compimento armonioso attraverso il delicato dono del compromesso.
A volte ci chiediamo se sia più giusto combattere per proteggere le nostre convinzioni o essere tolleranti nei confronti di quelle degli altri, aprirsi o difendersi. Condurre o lasciar andare. Il compromesso è quello che ci permette di equilibrare questi diversi approcci e quando riesce a proteggere l’obiettivo più elevato, al di sopra di ogni altra cosa, lo può innalzare ad un vero e proprio gesto di pace. Il compromesso è il sacrificio di una cosa buona o giusta concesso per conservarne un’altra di valore superiore. Già 2000 anni fa Cicerone pensava che “Quasi in tutto, la via di mezzo è la migliore” e il Buddha insegnava che “La strada dell’Illuminazione sta nella via di mezzo. La linea che sta tra tutti gli opposti estremi”.
I grandi cambiamenti sono frutto di tanti piccoli compromessi. Una buona conversazione è già di per sé un compromesso tra parlare e ascoltare. Il compromesso è ciò che permette la convivenza tra i popoli e i matrimoni felici, una scelta prolifica tra etica e opportunità. In età giovanile si tende ad affrontare il mondo senza rinunciare alle proprie idee, a volte escludendo l’ipotesi che queste possano essere giuste solo per noi. Il concetto di giustizia modifica il suo significato nel corso della vita, si evolve e si arricchisce dell’esperienza umana. Chi ha un po’ più di anni alle spalle sa che la vita è un continuo compromesso e che il concetto di giusto e di sbagliato ha diverse forme e si modifica nello spazio e nel tempo seguendo principi e valori. Vivere con giustizia significa avere ben chiari i propri principi senza soffocarli con i valori.
Un principio è qualcosa che viene prima di qualcos’altro, il quale non esisterebbe senza il principio. C’era da prima di noi, non dipende da una nostra opinione, può solo essere riconosciuto, non può essere scelto. Valore è invece ciò che vale, un concetto che rientra nel complesso delle virtù, delle qualità morali e intellettuali di una persona. Diversamente dal principio, che ha caratteristiche oggettive di spazio e tempo, il valore è legato alla posizione o all’atteggiamento di una persona e dunque dipende sempre da un sistema di riferimento. I valori possono essere negoziabili, i principi no perché sono alla base di noi stessi. I valori possono cambiare nella vita, i principi invece sono sempre gli stessi e ci costituiscono, non dipendono da noi, dai nostri gusti o da situazioni contingenti, fanno parte della nostra identità. Il compromesso è il modo generativo di conciliare valori divergenti, attraverso reciproche concessioni. Per questo in ogni confronto si devono possedere dei valori da offrirsi vicendevolmente. Il dono reciproco del compromesso si realizza attorno ad un principio fondamentale attorno al quale riconoscersi e diventa la base per superare i diversi valori. I principi vanno protetti, i valori vanno vissuti e condivisi. Confrontare e conciliare tra loro i valori è un arricchimento inesauribile che bilancia e permette una sintesi armoniosa tra culture, punti di vista e percorsi di vita. Così è nata la democrazia, il più grande compromesso collettivo raggiunto dall’umanità nel suo cammino.
Dove non c’è compromesso si lascia spazio al pregiudizio, al conflitto e al fanatismo. Il compromesso è un vero e proprio dono che offre la consapevolezza di non possedere la ragione ma di operare per qualcosa più grande di noi: scegliere di non fare la rivoluzione, ma offrire la pazienza e l’adattamento come doni di comunione. I compromessi sono il dono della ricerca di equità all’interno del pluralismo. Rimanere integri nei propri principi non significa non scendere mai a compromessi ma decidere quando vale la pena lasciare andare le proprie convinzioni per ottenere un bene maggiore. Non si tratta di essere più forti o più deboli ma di volare più in alto e saper scegliere i principi più allargati e vivificanti. I valori sono come dei meravigliosi vasi di cristallo che custodiscono i nostri principi: a volte per svelare il loro contenuto dobbiamo essere disposti ad andare oltre l’involucro per poter donare la loro preziosa bellezza al mondo. Rendere tutta la nostra vita un dono.
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Luca Streri
Fondatore del movimento Mezzopieno
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