L’uso dei social network per finalità di odio o di propaganda violenta è in diminuzione.
Dall’analisi di oltre un milione di messaggi postati nel 2020 si evince che gli attacchi violenti su social network sono stati meno rispetto al 2019. Il cosiddetto hate speech o linguaggio d’odio, è inteso come una dichiarazione di intolleranza, odio o denigrazione rivolta, tramite i mezzi di comunicazione di massa, contro individui o categorie determinate. I social media sono uno dei veicoli privilegiati per questo tipo di comportamento, a causa dell’anonimato che offrono e della facilità di raggiungere molti utenti con grande facilità. La Mappa dell’Intolleranza è stata creata dall’Osservatorio Italiano sui Diritti VOX, in collaborazione con le Università Statale e Cattolica di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro e l’Università di Roma La Sapienza e consiste nell’estrazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili, identificando le categorie più colpite dagli attacchi. I sei gruppi analizzati sono: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani.
Nel corso del 2020 sono stati rilevati il 43% di messaggi positivi contro il 57% negativi, un dato che mostra un sensibile miglioramento rispetto all’anno precedente in cui il 67% dei messaggi erano stati negativi contro il 33% di positivi.
La Mappa dell’Intolleranza è un progetto di prevenzione, pensato per amministrazioni locali, scuole, associazioni che lavorano sul territorio per combattere l’odio e l’intolleranza e per chi pensa che tutti abbiano bisogno di nutrire la cultura del dialogo.
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Fonte:
Osservatorio Italiano sui Diritti VOX – 1 aprile 2021
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