La Repubblica Democratica del Congo ha annunciato un piano per vietare le esportazioni di legname e per revocare tutte le licenze di sfruttamento straniero e di espropriazione della foresta pluviale, una delle più vaste al mondo.
“Non vogliamo più contratti con partner che sono venuti a tagliare selvaggiamente le nostre foreste, ritireremo questo tipo di contratti”, ha dichiarato il ministro dell’ambiente
Eve Bazaiba
che ha contestualmente avviato una dura campagna per cancellare le concessioni forestali e per interrompere le attività di disboscamento in essere.
La Repubblica Democratica del Congo possiede il 60% della seconda foresta pluviale più grande del mondo che svolge un ruolo fondamentale nello stoccaggio del carbonio terrestre, assorbendo ogni annno circa il 4% delle emissioni globali di anidride carbonica dall’atmosfera.
Il ministro dell’ambiente ha dichiarato che il divieto non solo “consentirà il ripristino naturale ma anche un programma di riforestazione con tutti i nostri partner tecnici, finanziari e di sviluppo”. Il presidente Felix Tshisekedi ha ordinato una verifica di tutti i contratti di disboscamento esistenti per regolamentare il settore che è stato finora nelle mani di speculatori e sfruttatori senza scrupoli. Dopo la scoperta di una rete mafiosa per il rilascio di autorizzazioni di concessione forestale o permessi di disboscamento, Masudi ha avviato una campagna di trasparenza e di controlli che ha portato all’arresto di diversi dirigenti tra cui il direttore e il vice direttore di Gabinetto, il Segretario Generale del Ministero nonché l’Assessore alle Foreste e al Turismo.
________________
Fonte: Media Congo; Global Forest Watch – Reuters – 12 dicembre 2021
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact cheching delle notizie di Mezzopieno
✖ BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit ✛ sostieni Mezzopieno