Editoriale
Entrare in contatto con la bellezza, un’esperienza che può affascinare ma anche ispirare e confortare. Il nostro animo risuona così tanto a ciò che è bello che quando lo incontra si trasforma, nutrendosene e fecondandosi.
C’è così tanta bellezza nel nostro mondo che ci siamo persino permessi di farci l’abitudine. A volte si rischia di perdersela o di darla per scontata; ci concediamo di attribuire gradi di bellezza alle cose e di riservare la nostra attenzione soltanto a quelle straordinarie o che ci emozionano, trascurando quelle che sono solo belle, o qualcuno direbbe “carine”. Percepiamo l’energia della bellezza attraverso la meraviglia ma possiamo avvertire la sua presenza anche quando ne cogliamo solo l’armonia, senza capire il perché. Un equilibrio che supera la complessità del piacere razionale, dandoci una percezione di pace e di appagamento, frutto della essenziale semplicità di cui è fatto il bello.
La cerchiamo inconsciamente in ogni cosa che facciamo ma spesso ci sfugge o la perdiamo nel momento stesso in cui la sfioriamo, così intenti come siamo nell’inseguirne ossessivamente altra. Quanta bellezza abbiamo attorno a noi, quanta ne riusciamo a cogliere nel frastuono del mondo, in un’epoca di abbondanza come la nostra? Tutti siamo attratti dalla bellezza ma dedichiamo così poco tempo a coltivarla e a contemplarla; ci aspettiamo piuttosto una bellezza che ci appaghi, che si possa possedere, usare e consumare a nostro vantaggio. Ma la bellezza non si può ingabbiare, né addomesticare, è il frutto di un’armonia di cui l’osservatore è parte integrante e perde senso al di fuori dell’equilibrio in cui si è creata. Ogni epoca, cultura e società ha sviluppato i suoi canoni di bellezza, risultato della proporzione raggiunta tra i suoi elementi ed ha ispirato cose grandissime e straordinarie in merito della sua forza generatrice. La bellezza è democratica, non necessità di cultura, di preparazione o di spiegazioni ma risuona con un desiderio intimo che ogni uomo o donna ha, combacia con il bisogno di completezza che c’è in tutti noi e ci anima per unirci a tutto ciò in cui siamo immersi, il mondo, la vita, l’umanità, l’eterno.
Dovremmo allora cercare di trovare la bellezza nascosta in tutte le cose e proteggerla, condividerla per moltiplicarla, svelarla per salvarla dal frastuono. Non una ossessione ma una disposizione. La bellezza ci fa sentire parte del mondo e ispira il nostro desiderio di gettarsi nelle fondamenta del suo svolgimento, di diventarne partecipi. Per questo amare la bellezza è il contrario di volersene appropriare. Guardare il mondo sapendo di essere un frammento di esso, per cogliere il senso vero delle cose, il significato profondo e la bellezza nascosta di tutto ciò che esiste, come elementi di una sola unità armoniosa, quella che sentiamo anche senza vederla, come l’anima di un albero, l’affetto di un animale, l’innocenza di un bambino, la semplicità di un fiore, la pace di un lago. Una bellezza di cui si sente il profumo, il richiamo; profonda ed eterna, che quando è nascosta è ancora più bella. C’è qualcosa di più oltre alla sensualità e allo scrutare razionale e critico che inquadra le cose in canoni preordinati, perché una cosa bella lo è anche con le luci spente e se non c’è nessuno a guardarla.
Qualcuno descrive la bellezza come un dolore che trafigge ma quando è pura, diventa un riverbero che al contrario cura e purifica. Quando le parole non riescono a uguagliare in potenza la bellezza delle cose, allora siamo in presenza di una grande bellezza che affascina ciò che tocca e addolcisce intorno a sé con la sua grazia e ci ricongiunge all’armonia profonda della sua natura. La bellezza nasce dalla pace e sublima quando supera l’idea di estetica e di proporzione e ricostruisce il legame eterno e inscindibile tra bellezza e bontà.
Spesso ci fermiamo all’apparenza delle persone e non ci prendiamo il tempo di esplorare la bellezza interiore che custodiscono, quella più sovente nascosta ma più profonda e durevole. La bellezza è un abbraccio, non un attributo che passa con l’età ma una saggezza che si realizza con la sintonia. La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza ma chi riesce a mantenere la capacità di vedere la bellezza attorno a sé, non diventa mai vecchio e non perde mai la sua consonanza con il bello.
La bellezza non salverà il mondo, come scriveva Dostoevskij; lo salva già tutti i giorni. Un’energia che rende belli anche coloro che ne vengono in contatto.
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Luca Streri
Fondatore del movimento Mezzopieno
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