Il presidente francese Macron ha annunciato la fine dell’operazione Barkhane, il dispiegamento militare che vede 5.100 militari transalpini e circa 500 di altri Stati europei schierati nel Sahel a controllo di Niger, Mali, Ciad, Mauritania e Burkina Faso.
L’operazione Barkhane è una task force anti-insurrezione iniziata nel 2014 dall’esercito francese contro i gruppi islamisti nella regione africana del Sahel nelle cinque ex colonie francesi, con lo scopo dichiarato di aiutare i governi dei Paesi a mantenere il controllo del proprio territorio e impedire che la regione diventi una base per i gruppi terroristici islamici.
“Non intendiamo restare nel Sahel”, ha sottolineato il Presidente. L’operazione inizierà con la chiusura delle basi situate nel nord del Mali a Kidal, Tessalit e Timbuktu. Con l’intensificrasi di un forte sentimento anti francese nell’area e la morte di migliaia di persone su tutti i fronti, la Francia decide di ritirarsi e di non interferire più con l’area, con quelle che sono viste dalla popolazione come pratiche neocolonialiste. “Cominceremo una trasformazione profonda della nostra presenza militare in Sahel” ha detto il presidente francese comunicando la fine dell’operazione Barkhane e l’avvio di una “alleanza internazionale che associ gli Stati della regione”. “La Francia interrompe le operazioni militari congiunte con l’esercito maliano, così come le missioni nazionali di consulenza”, sono stati infatti già ritirati “tutti gli ufficiali di pianificazione e programmazione dallo staff delle forze armate maliane, nonché gli ufficiali di collegamento nell’esercito e nell’intelligence”.
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Fonte:
Présidence de la République française – 9 luglio 2021
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