per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno
Giornalista. Ha iniziato giovane in Rai dove ha lavorato per programmi di approfondimento e inchiesta come La storia siamo noi, Virus e Presa diretta. Realizza numerosi documentari autoprodotti e oggi lavora su Raitre, a Tg Piemonte.
Cos’è per lei una buona notizia?
Una buona notizia è una storia, o una testimonianza, positiva. Partendo dalla mia esperienza professionale che è incentrata principalmente sul reportage di inchiesta, una buona notizia è raccontare la verità e far rientrare nel minutaggio della storia anche un risvolto positivo: se stai parlando di mafia c’è sicuramente anche la notizia dell’imprenditore che ha detto no. Se stai parlando di camorra, ci sono i ragazzi che, pur vivendo immersi nella sua cultura la rifiutano a favore della pace sociale. Oppure se parli di ambiente in una Sardegna che fa di tutto per importare metano, ti focalizzi anche sulle storie di chi riesce a prodursi energia elettrica da solo. Noi siamo giornalisti e narratori e dobbiamo guardare il mondo con occhi puri, cogliendo il negativo, ma anche il positivo.
Qual è per lei il ruolo dell’informazione nel benessere della società?
Per me la denuncia delle ingiustizie è importante perché solo così si accresce la consapevolezza delle persone. Io sono una giornalista di inchiesta e quindi, per me, raccontare i fatti e denunciare senza accondiscendenza, con rigore e precisione nell’informare, è fondamentale.
Qual è il suo contributo per una buona informazione?
Io credo che un valore fondamentale sia l’ascolto delle persone. Credo in una società senza filtri e falsi moralismi ed è per questo che quando si raccolgono le notizie non bisogna mai fermarsi a verità date da altri o imposte dalle regole del sistema. Io sono a favore delle regole, ma alle volte vanno anche messe in discussione.
Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?
Penso di si. Oggi ci sono molti canali, uno fra tutti internet che funziona grazie a degli algoritmi. È importantissimo sapere diversificare le fonti da cui ci si informa, per creare una pluralità di voci, saper differenziare fra un canale attendibile e uno non attendibile.
Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?
È un po’ uno stile di vita, per me la cosa giusta da fare. Io sono una positiva, cerco di andare oltre all’ostacolo. Ha avuto una vita con molte difficoltà e vedere la positività è stata una strategia vincente. Ma in un bicchiere, ricordiamoci, ci sono tutte e due le dimensioni: quella mezza piena e quella mezza vuota.
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