I governi delle nazioni unite a Montreal nel vertice COP15 sulla biodiversità hanno approvato il più grande accordo mai raggiunto tra Paesi per la protezione della natura.
Dopo anni di negoziati e di trattative, il Global Biodiversity Framework stabilisce gli strumenti e gli obiettivi globali di tutela della natura e della biodiversità fino al 2030 per invertire la perdita di diversità biologica in corso a livello planetario. Tra questi, proteggere almeno il 30% delle terre e delle acque del pianeta, identificare entro il 2025 ed eliminare, abbandonare gradualmente o riformare gli incentivi, compresi i sussidi, dannosi per la biodiversità e tutelare i diritti dei popoli indigeni, che rappresentano solo il 5% della popolazione mondiale ma tutelano l’80% della biodiversità.
Il Global Biodiversity Network istituisce nuove regole per proteggere la proprietà delle informazioni biologiche usate per produrre farmaci, vaccini o alimenti e prevede che una parte dei proventi spetti ai Paesi da cui provengono le informazioni biologiche, tipicamente messe a disposizione in modo aperto su internet. Il patto globale per la natura aumenta il flusso di finanziamenti internazionali verso i Paesi in via di sviluppo, dove la perdita di biodiversità è più rapida, con l’obiettivo di incentivare e diffondere modelli di conservazione della natura legati alle sapienze tradizionali. Il documento prevede inoltre piani e finanziamenti per ridurre il rischio di fuga di agenti patogeni e il programma che i governi adottino un approccio unitario per prevenire future pandemie di origine zoonotica come il Covid-19.
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