Gli ingegneri sauditi sono riusciti a creare coltivazioni di verdure nel deserto, senza accesso a fonti idriche nè approvvigionamenti di acqua da fonti esterne, utilizzando solamente l’acqua estratta dall’aria attraverso un sistema autosufficiente che si basa sul principio fotovoltaico.
A circa 50 miglia a nord di Jeddah, in Arabia Saudita, una fattoria in mezzo al deserto ha cresciuto piante di spinaci grazie a un sistema a energia solare che raccoglie il vapore dall’aria e lo condensa in impianti di irrigazione goccia goccia. I risultati di questa coltivazione, pubblicati sulla rivista scientifica Cell Reports Physical Science suggeriscono che fattorie in regioni remote e aride possono coltivare i propri raccolti senza approvvigionamento idrico.
Il sistema utilizzato è costituito da tre componenti principali: un pannello fotovoltaico di piccola scala, un materiale composito di idrogel (una versione high-tech dell’idrogel utilizzato nei bendaggi per reidratare le ferite), cloruro di calcio (il tipo di sale che usiamo per sbrinare le strade) e una camera di condensazione. L’idrogel può raffreddare il pannello solare in modo che non si surriscaldi e assorbire il vapore acqueo dall’aria grazie al cloruro di calcio che può trattenere più del suo peso in umidità.
“I deserti possono essere asciutti ma questo non significa che non ci siano particelle di umidità nell’aria. L’umidità relativa nel deserto ruota intorno al 40% ed è vicina all’80% di notte”, dichiara Peng Wang, professore di scienze ambientali e ingegneria presso il King Abdullah University of Science and Technology di Kuwal, autore dello studio.
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Fonte: Cell Reports Physical Science
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