Una nuova terapia che agisce combinando un anticorpo monoclonale e un farmaco chemioterapico, è stata riconosciuta in grado di abbattere sensibilmente il rischio di morte da carcinoma mammario triplo negativo, la forma di cancro al seno più aggressiva e difficile da curare.
La riduzione del rischio di progressione della malattia e di morte è risultata del 59% rispetto alla chemioterapia. La terapia ha dimostrato efficacia anche contro il carcinoma mammario metastatico di tipo Her2 negativo. I risultati sono stati annunciati al Congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO) a Chicago, negli Stati Uniti, ed hanno definito il farmaco Sacituzumab govitecan, un “anticorpo-coniugato”. L’anticorpo monoclonale, in pratica, riesce a trasportare la cura chemioterapica direttamente contro le cellule cancerogene. “Questo permette da una parte una grande efficacia terapeutica, dall’altra di ridurre la tossicità legata all’esposizione delle cellule normali”, ha dichiarato il professor Giampaolo Bianchini, oncologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
I risultati mostrano che, nelle pazienti con carcinoma mammario triplo negativo di tipo metastatico recidivante o refrattario già trattate con altre terapie, il farmaco ha permesso la recessione del tumore e prolungato la sopravvivenza. “È stata confermata la sua capacità di dimezzare il rischio relativo di morte, un risultato che non ha precedenti in questo particolare tipo di tumore mammario particolarmente aggressivo” ricorda Bianchetti. Il farmaco è stato approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2021.
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Fonte: Gilead; Associazione Italiana di Oncologia Medica; ANSA
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