E’ siciliano il progetto che utilizza gli scarti degli agrumi mescolati ai rifiuti di lavorazione dello zolfo per farne un concime organico-minerale alternativo ai concimi chimici: un aiuto alla natura e agli agricoltori colpiti dall’embargo dei prodotti russi.
L’Unione europea da tempo ha avviato un processo per rendere i suoli europei meno dipendenti dai fertilizzanti chimici per la tutela ambientale, tuttavia ad oggi sono ancora molte le aziende che fanno uso di prodotti di sintesi industriale, provenienti prevalentemente da produttori russi. Con lo scoppio della guerra in Ucraina questi prodotti hanno inoltre subito un blocco mettendo in crisi le aziende europee e aprendo una corsa alla ricerca di alternative che permettano di continuare la produzione agricola.
Un’azienda italiana ha avviato un processo produttivo per produrre fertilizzante naturale dalla conversione degli scarti di buccia e polpa provenienti dalla lavorazione delle arance e dai rifiuti industriali di zolfo ottenuti dalla desolforazione di gas naturale. Il progetto Life RecOrgFert Plus ha avuto l’approvazione e il finanziamento dall’Unione europea e la Sbs Steel Belt Systems ha ottenuto la licenza per avviare la prima linea di produzione. Con questo processo l’azienda è riuscita a ottenere due risultati: ridurre lo smaltimento di umido e di zolfo e produrre un fertilizzante naturale efficace anche nella lotta alla desertificazione, in particolare nelle aree meridionali, restituendo fertilità e produttività a terreni resi alcalini e degradati dal cambiamento climatico e dall’agricoltura intensiva.
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Fonte: Steel Belt Systems; Life RecOrgFert Plus
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