La missione della NASA eseguita dalla sonda DART per colpire per la prima volta un asteroide e modificarne la traiettoria ha avuto successo, riuscendo in pieno e addirittura superando il suo obiettivo.
Dopo lunghe verifiche con i telescopi e attraverso le immagini trasmesse dalle sonde, dalla Nasa è arrivata la conferma: lo schianto della sonda contro l’asteroide Dimorphos ha cambiato l’orbita lungo la quale quest’ultimo ruotava attorno ad un altro corpo celeste più grande, Didymos, accorciando il periodo di evoluzione di 32 minuti. L’obiettivo originale della missione era riuscire a modificare il periodo orbitale di 73 secondi.
Secondo quanto riportato da Nancy Chabot ricercatrice della Johns Hopkins University, l’angolo di deviazione ottenuto permette di pensare che se in futuro la terra fosse minacciata dall’impatto di un asteroide diretto verso il nostro pianeta, si potrebbe agire in anticipo per evitare la collisione e i suoi devastanti effetti. Questo crea le condizioni per iniziare ad ipotizzare con più ragionevolezza un sistema di difesa planetaria che potrebbe preservare la Terra da impatti potenzialmente disastrosi.
La missione Dart (Double Asteroid Redirection Test) della NASA che tra il 26 e il 27 settembre scorso si è scagliata verso il piccolo asteroide deviandone la traiettoria, ha anche una importante componente italiana, il minisatellite LiciaCube, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec, che ha ripreso ed elaborato le immagini dell’impatto e fornito i video nello spazio da una distanza di 70 chilometri. LiciaCube ha permesso di avere le rilevazioni per analizzare quanto è accaduto immediatamente prima e dopo l’impatto, fornendo ai ricercatori il materiale su cui lavorare.
____________________
Fonte: Nature; Agenzia Spaziale Italiana
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
✖ BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit | sostieni Mezzopieno