In Svezia è nato il “supermercato del clima”, il Klimat Butiken, in cui poter fare la spesa consapevolmente. Il prezzo di ogni articolo, infatti, varia in base alla sua impronta di carbonio sull’ambiente, ossia sull’inquinamento causato dalla sua produzione e trasporto. Sono state usate risorse non rinnovabili per la sua produzione? Il prodotto iniziale arriva da un paese distante centinaia di Km dallo scaffale in cui si trova adesso? Il prodotto è stato processato più e più volte in diversi Paesi? Sono queste alcune delle domande che i suoi fondatori si sono posti per stabilire quale prodotto sia più impattante di un altro.
Per questo motivo, accanto al prezzo, sugli scaffali di questo supermercato compare un cartello che misura il KgCO₂, ossia i chili di anidride carbonica prodotta durante l’intera vita del prodotto, dalla sua estrazione, produzione, trasporto, fino l’arrivo in negozio. Più un articolo ha prodotto CO₂ in tutte le sue fasi, maggiore è il suo costo finale. Inoltre, ad ogni cliente viene computato un limite settimanale di 18,9 KgCO₂, che non deve essere superato, inducendo così il consumatore a scelte responsabili dei prodotti che acquista, preferendo quelli locali, non confezionati o di origine vegetale.
In un mondo in cui la produzione alimentare è responsabile di ¼ delle emissioni totali di gas serra, questa tipologia di supermercato ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione ad un consumo sostenibile, riconoscendo quanto una scelta responsabile rispetto a ciò che mangiamo possa impattare sull’ambiente.
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Fonte: Felix – 18 gennaio 2022
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