La Grande Barriera Corallina australiana, la più grande al mondo, ha raggiunto il suo punto di massima fioritura da 36 anni, mostrando un recupero inatteso che ha lasciato la comunità scientifica spiazzata.
Considerata uno degli ecosistemi più a rischio a causa dell’innalzamento della temperatura degli oceani e colpita dal fenomeno dello sbiancamento dei coralli, la Grande Barriera è casa di una straordinaria diversità biologica e di molte specie endemiche estremamente rare che si trovano solo in questo ecosistema. Secondo uno studio del 2012, dal 1985 più della metà dei suoi coralli era andata persa, mentre altri studi sono arrivati a stimarne una perdita fino a due terzi.
L’ultimo rapporto ufficiale dell’Australian Institute of Marine Science ha diffuso delle rilevazioni che indicano un “diffuso recupero e la più alta copertura corallina registrata nella barriera settentrionale e centrale, in gran parte a causa dell’aumento dei coralli Acropora a crescita rapida”. Le temperature dell’acqua superiori alla media hanno portato a uno sbiancamento diffuso dei coralli ma non alla loro mortalità estesa; questo ha consentito alla crescita corallina di continuare ad aumentare e a raggiungere la copertura di corallo duro del 33%, il livello più alto registrato negli ultimi 36 anni di monitoraggio.
La Grande Barriera Corallina è la più grande struttura singola del mondo composta da organismi viventi ed è formata da miliardi di minuscoli organismi, noti come polipi corallini che stanno mostrando una resilienza inaspettata che la scienza sta studiando.
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