Le guerre sono spesso di origine geo-politica o di ordine economico, legate allo sfruttamento delle risorse o dei territori ma anche scontri dell’uomo nei confronti della natura, attività e processi che entrano in conflitto con l’ambiente.
Le emissioni che gli esseri umani producono e che si riversano nell’aria rappresentano gli elementi di maggior impatto sulla Terra e fonte di aggressione nei confronti dell’equilibrio ecologico e antropico. Per questo il principale modo per fare pace con il nostro pianeta è rappresentato dalla riduzione delle emissioni e da una nuova impostazione delle attività umane che possa essere in armonia con i ritmi della natura e con il rispetto degli ecosistemi.
Ogni abitante del mondo emette ogni anno circa 4,8 tonnellate di CO2 equivalente nell’atmosfera, con Paesi come gli Stati Uniti che ne producono 16,6 a testa, Cina con 7,2 e una media europea di 7 tonnellate pro-capite. Gli italiani sono sotto la media europea con 5 tonnellate a testa ma per raggiungere i target che il mondo si è dato per l’anno 2050 con gli accordi di Kyoto, la media dovrebbe scendere a 2,1 tonnellate.
Le pratiche di pace che ognuno di noi può pertanto mettere in atto con il mondo subito nella propria vita sono strettamente legate agli stili di vita e alle scelte compiute ogni giorno, come utilizzare meno l’automobile o gli aerei, consumare meno carne, ridurre gli sprechi o utilizzare energia da fonti rinnovabili, prassi che in breve tempo possono arrivare a ridurre fino alla metà delle emissioni pro-capite.
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Fonte: Ufficio studi Mezzopieno
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