L’Unione Europea ha concordato di mettere a frutto una parte significativa dei suoi terreni incolti e di renderli produttivi, per acquisire una maggiore indipendenza alimentare e di approvvigionamento delle materie prime agricole.
L’iniziativa che coinvolge tutti gli Stati membri fa parte della strategia eccezionale denominata Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta) per rafforzare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi alimentari locali attraverso la promozione di un’agricoltura più sostenibile. Per l’Italia questo significa lo svincolo di circa 200mila ettari di terreno per una produzione maggiore di circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione; un’area vasta poco meno della metà della superficie del Molise.
Tra le regioni che più beneficieranno di questo provvedimento ci sono l’Emilia-Romagna con 20.200 ettari, il Piemonte con 17.544, il Veneto con 12.300, la Lombardia con 11mila e la Campania con 10.500 ettari. Un quantitativo che, secondo Coldiretti, può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che potrà essere affrontata con investimenti strutturali per realizzare invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua sui terreni.
L’Europa ha inoltre messo a punto un piano comune per promuovere la biodiversità e la transizione ecologica attraverso l’attività agricola, la produzione sostenibile di biogas, per migliorare l’efficienza energetica, promuovere soluzioni di bioeconomia, convertire all’agricoltura biologica, produrre colture proteiche e sviluppare conoscenze e sistemi di innovazione agricola.
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Fonte: Commissione Europea
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