In Italia si consumano ogni anno circa 110 milioni di tonnellate di cozze, con la produzione di una grande quantità di scarti rappresentati dai gusci che non vengono riciclati, essendo composti di carbonato di calcio, materiale calcareo non organico soggetto a un lunghissimo tempo di smaltimento.
Un’iniziativa intrapresa in Sardegna, uno dei maggiori produttori di cozze del nostro Paese, ha realizzato un programma per recuperare i rifiuti provenienti dal consumo e la lavorazione dei mitili, creando materiali da costruzione e per la manifattura di oggetti di design. La cooperativa di pescatori Nieddittas, che gestisce la filiera della mitilicoltura nel Golfo di Oristano, ha iniziato a riutilizzare i gusci delle cozze attraverso un progetto di economia circolare che ha portato alla realizzazione di un’innovativa panchina. Frutto del progetto “Blue Eco Lab”, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università degli studi di Cagliari, questa seduta ideata per i luoghi pubblici, ha caratteristiche di longevità e robustezza molto elevate e un alto potere di immagazzinamento del carbonio; secondo il Protocollo di Kyoto tre chilogrammi di gusci trattengono circa un chilogrammo di CO2.
L’obiettivo del progetto è recuperare gli scarti delle produzioni ittiche attraverso la progettazione di soluzioni di eco-design realizzate in materiale bio-based. Progettata dalla eco-designer Paola Riviezzo, il progetto ha allo studio soluzioni di arredo urbano come pavimentazioni, rivestimenti e oggetti di arredamento come sedie, poltrone, plafoniere e vasi. Dall’attività di riciclo dei gusci è stato inoltre creato un isolotto artificiale per favorire la nidificazione degli uccelli migratori.
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Fonte: Med Sea; foto di Kindel Media
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