Dal 30 aprile 2023 la Nuova Zelanda è il primo Paese al mondo a vietare l’esportazione di animali vivi.
La decisione è il risultato di un processo iniziato nel 2020, subito dopo il naufragio di una nave con seimila bovini deceduti in seguito all’incidente e del dibattito sulle pratiche di trasporto e sul benessere animale. Le sofferenze a cui il bestiame è sottoposto a causa dei lunghi trasporti è un tema denunciato da tempo da numerose associazioni a difesa dei diritti degli animali. Nel 2022 più di 15.000 pecore sono annegate dopo l’affondamento di una nave in Sudan e nel 2020 e il capovolgimento di un cargo ha ucciso 14.000 ovini nel Mar Nero.
“La nostra posizione sulla mappa significa che il viaggio verso i mercati dell’emisfero settentrionale sarà sempre lungo e questo comporta inevitabili sfide per il benessere degli animali” ha affermato Damien O’Connor, ministro dell’agricoltura della Nuova Zelanda, aggiungendo “Siamo al passo con i nostri partner che la pensano allo stesso modo sull’importanza del benessere degli animali. L’Australia si è mossa per eliminare gradualmente l’esportazione di animali vivi e gli standard sul benessere degli animali sono inseriti nei nostri accordi di libero scambio con il Regno Unito e l’UE”.
L’industria neozelandese ha avuto un periodo di eliminazione graduale di due anni con l’entrata in vigore del divieto approvato nel 2021. Il periodo di transizione di due anni ha concesso agli agricoltori il tempo di adeguare le loro catene di approvvigionamento e di passare a diversi modelli di business.
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Fonte: Government of New Zealand; foto di Anastasia Shuraeva
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