Il primo parco eolico nato durante un conflitto è stato inaugurato a Tyligulska, nella regione ucraina di Mykolaiv, a circa novantacinque chilometri dall’artiglieria russa, e sta già iniziando a fornire energia elettrica pulita nelle case di circa duecentomila famiglie.
L’energia eolica si sta rivelando una vera e propria arma di difesa per reagire alla distruzione delle centrali operate dai bombardamenti russi e per ripristinare l’approvvigionamento energetico, soprattutto in ospedali, aziende e nei centri produttivi essenziali. L’istituzione di un gruppo nazionale per affrontare l’emergenza per la fornitura di elettricità e gas ha permesso durante l’invasione all’Ucraina di installare più turbine di quanto abbia fatto tutto il Regno Unito nello stesso arco di tempo. Gli impianti che sfruttano la potenza del vento risultano più difficili da distruggere rispetto alle centrali elettriche e anche di più facile gestione e riparazione.
Oleksandr Selyshchev, direttore dei progetti di DTEK Group, ha spiegato le difficoltà a reperire la manodopera sul posto per il primo parco eolico costruito in guerra: “Gli appaltatori stranieri non riuscivano neanche a inviare i loro lavoratori nella zona di guerra. L’Ucraina ha quindi collaborato con le aziende per insegnare agli operai locali a svolgere gran parte delle operazioni”. Costruire in tempi di guerra richiede che gli addetti lavorino in zone vicine alla linea del fronte, spesso interrotti per rifugiarsi nei bunker a causa delle sirene antiaeree. Ciononostante, lo sforzo del popolo ucraino non si è interrotto e paradossalmente questo sta anche accelerando la transizione ecologica del Paese e la sua indipendenza energetica.
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Fonte: DTEK
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