La città di Torino è tra le prime in Italia ad aver inserito l’arte tra gli strumenti terapeutici.
Il progetto Well Impact ha sviluppato in tutta la città l’apertura di ambulatori di medicina generale situati nei luoghi di cultura, dove spazi, linguaggi e relazioni diventano percorsi di prevenzione e cura. All’interno del Museo Egizio, del Museo dell’Automobile, del Parco d’Arte Vivente o della Biblioteca civica centrale sono nati ambulatori di medicina della Asl, dove il binomio cultura-salute si è trasformato in uno strumento per favorire la guarigione, umanizzando i luoghi di cura e creando un rapporto tra spazio e benessere.
Secondo la psicanalista Margaret Naumburg, “Il processo dell’arteterapia si basa sul riconoscere che i sentimenti e i pensieri più profondi dell’uomo, derivati dall’inconscio, raggiungono l’espressione di immagini, piuttosto che di parole”. Le arti possono pertanto interagire con la psicologia umana all’interno di un processo curativo.
Il Dottor Romano Ravazzani, che ha spostato per un giorno alla settimana il suo ambulatorio all’interno del Museo Egizio, racconta: “Tempo fa ho visitato un anziano collezionista nel suo salotto. Al temine della visita gli ho fatto i complimenti per la collezione d’arte esposta. Nonostante la sofferenza della malattia mi ha descritto con trasporto i pezzi a lui più cari prima del termine del suo viaggio su questa terra. […] Il rapporto tra un paziente e il suo medico parte dal rapporto empatico che si dovrebbe instaurare. L’arte può facilitare il recupero di questi elementi fondamentali dell’attività clinica”.
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Fonte: Comune di Torino; Fondazione Compagnia di San Paolo; Museo Egizio di Torino; Ambulatorio dell’Arte
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