Si chiamano ‘mommunes’ e si stanno diffondendo un po’ in tutto il mondo: sono le comunità di mamme che vanno a vivere insieme, per aiutarsi a vicenda, condividere le spese e le questioni domestiche e prendersi collettivamente cura dei figli.
Il termine ‘mommune’ deriva dall’unione delle parole inglesi mom (mamma) e common (in comune). Queste comunità di mamme single creano una rete di solidarietà e di condivisione tra donne che si trovano nella stessa situazione. Le mommunes sono nate negli Stati Uniti nel 2002 quando Carmel Boss, dopo la fine del suo matrimonio e in seguito alle difficoltà incontrate nel crescere da sola il figlio di sette anni, ha fondato CoAbode, un’organizzazione no-profit che mette in contatto madri sole in cerca di un alloggio condiviso. “L’unione delle risorse permette alle madri single e ai loro figli di permettersi una casa migliore in un distretto scolastico migliore, di alleggerire il carico della genitorialità e della cura dei figli e di aumentare le loro opportunità economiche”, dichiara Carmel su sito della associazione.
Le mommunes sono fondate sul principio che più mamme single che allevano i figli insieme possono ottenere più cose unendosi e sfruttando l’economia della condivisione. In una mommune le mamme condividono casa e responsabilità e creano un ambiente familiare e solidale in cui si instaura collaborazione e aiuto reciproco.
Stando ai dati Istat, il numero di famiglie monogenitoriali è in aumento, arrivando nel 2021 in Italia a 1 milione e 62mila. L’86,4% di questi nuclei è composto da una madre sola con figli minori.
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