I rifugi permanenti per gli animali, i cosiddetti ‘santuari’ sono stati separati dagli allevamenti e, dal mese di maggio 2023, sono diventati in Italia delle strutture ufficiali riconosciute e protette dal Ministero della Salute.
La nuova legge è considerata un traguardo storico per le strutture che si occupano di accogliere e ricoverare bovini, equini, ovini, caprini, suini e altri animali diversi da cani, gatti e furetti che provengono da allevamenti intensivi, da strutture o da sfruttamento, confiscati o sottratti all’impiego per usi scientifici. La norma definisce nuovi diritti per quelli che saranno d’ora in poi approvati e riconosciuti come “stabilimenti per il ricovero di animali terrestri selvatici e non, a scopo di riabilitazione o custodia di animali sequestrati, confiscati, rinvenuti sul territorio”.
Con il decreto ministeriale del 16 maggio 2023 è stato pubblicato il “Manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali”, che crea di fatto un nuovo approccio all’ospitalità degli animali e ai loro diritti. Sebbene esistessero già, i santuari non erano riconosciuti e non godevano di alcun diritto rispetto agli allevamenti intensivi tradizionali. La Rete dei Santuari Liberi riunisce le strutture italiane che accolgono gli animali da reddito che non vengono sfruttati né per la loro carne né per i loro prodotti e comunque non destinati al consumo alimentare.
Grazie a questa nuova norma sarà possibile, per esempio, salvare migliaia di maiali dall’abbattimento, ottenendo deroghe alla misura introdotta per combattere la peste suina africana.
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Fonte: Ministero della salute; foto di Hatice Baran
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