La Camera legislativa dell’Uzbekistan ha approvato una serie di emendamenti ai Codici di responsabilità penale e amministrativa sulla protezione delle donne e dei minori, rendendo di fatto un reato la violenza domestica, lo stalking e le molestie.
La tutela dei diritti delle donne e la parità di genere sono al centro del programma di riforme in corso nel Paese dell’Asia centrale, ancora legato a tradizioni arcaiche e a usi autoritari. Una nuova Costituzione, sottoposta a referendum nazionale lo scorso 30 aprile, sarà inoltre chiamata a consolidare le conquiste raggiunte, dopo anni di campagne e la nascita del movimento “Oqila ayollar” (donne intelligenti), che ha realizzato importanti riforme nel diritto della famiglia e delle donne.
“È una vittoria della nostra società civile e dei nostri attivisti, del buon senso e della giustizia”, ha affermato Saida Mirziyoyeva, capo delle comunicazioni dell’amministrazione presidenziale e figlia maggiore del presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev. “Ci siamo impegnati a lungo e non è stato facile ma insieme abbiamo dimostrato che questi emendamenti sono essenziali nelle nostre leggi affinché diventino progressiste e umane. È una vittoria non solo per le donne dell’Uzbekistan ma anche per tutte le persone pensanti e progressiste”.
Il Paese sta lavorando per implementare nella nuova legislazione l’età minima per i matrimoni a 18 anni, l’istituzione di un ispettorato per il monitoraggio delle condizioni di lavoro delle donne, un nuovo programma nazionale per favorire l’attività delle donne in tutti i settori dell’economia e il congedo di maternità retribuito.
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