La buona notizia del giorno
“Di allergia alimentare si può morire. Ma per i bambini che ne soffrono, oggi c’è una nuova possibilità di cura, un farmaco che riduce il rischio di reazioni all’alimento incriminato consentendo di recuperare una dieta meno severa”. Lo studio condotto dagli esperti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha dimostrato che dopo 12 mesi di trattamento oltre il 60% dei piccoli pazienti coinvolti nella ricerca ha potuto adottare un’alimentazione completamente libera, senza restrizioni e senza effetti collaterali.
L’Omalizumab è stato approvato all’inizio del 2024 dalla Food and drugs administration americana come primo farmaco per l’allergia alimentare. In Europa il farmaco è indicato per il trattamento dell’asma ma non per l’allergia alimentare. Lo studio osservazionale condotto dagli esperti di allergologia del Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista scientifica Allergy ha stimato che il farmaco consente la reintroduzione del 70,4% degli alimenti testati nella dieta dei pazienti. Ha inoltre indagato il grado di sicurezza della terapia farmacologica nel caso di reintroduzione dell’alimento nella dieta del bambino allergico, confermando che gran parte dei pazienti sottoposti alla cura può tornare a mangiare cibi che prima gli erano preclusi.
Le allergie alimentari colpiscono circa il 4-5% dei bambini in età scolare e possono scatenare una reazione allergica grave chiamata shock anafilattico che può essere fatale se non trattata immediatamente. Le reazioni possono essere occlusione respiratoria, rinite ostruttiva, sintomi gastro intestinali, vomito e diarrea. Nei casi più gravi coinvolge anche il sistema cardiocircolatorio. La cura principale per lo shock anafilattico consiste nella somministrazione tempestiva di adrenalina.
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Fonte: Allergy; immagine di Cottonbro studio
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