La buona notizia del giorno
Il Burkina Faso ha raggiunto un accordo per tornare in possesso delle sue due miniere d’oro, Boungou e Wahgnion, ponendo fine alla guerra tra due compagnie private che se le contendevano.
Il Governo dello Stato africano ha nazionalizzato le miniere subentrando alla società inglese Endeavour Mining che lo scorso anno tentò di venderle alla Lilium Mining, di proprietà dell’imprenditore americano di origini burkinabè Simon Timptore, per oltre 300 milioni di dollari. Tra i due è sorta una disputa sul prezzo e su mancati pagamenti. Lilium ha accusato Endeavour di aver celato informazioni finanziarie sulle miniere. La nazionalizzazione voluta dal governo africano prevede la cessazione delle cause legali e il ritorno delle miniere allo Stato. La statalizzazione segue una tendenza sempre più diffusa tra i governi africani, in particolare quelli sotto giunte militari, che tentano di riappropriarsi di un maggiore controllo sulle loro risorse naturali e liberarsi dalle pressioni e dagli interessi stranieri. A giugno, la giunta militare che ha preso il potere in Niger l’anno scorso, ha ripreso la sua licenza nella miniera di Imouraren, una delle più grandi miniere di uranio al mondo, dal gigante francese di proprietà statale Orano.
L’estrazione dell’oro svolge un ruolo significativo nell’economia del Burkina Faso, quarto produttore africano di oro. Ex colonia francese fino al 1960, il Governo ha recentemente annunciato la formazione di un nuovo Stato insieme a Mali e Niger, la “Confederazione degli Stati del Sahel”, che raggruppa i tre paesi per scopi economici e di sicurezza.
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Fonte: Africa News; Financial Times; foto di Pollinations AI
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